NOTIZIE STORICHE | ||
LE TRE MINORANZE SOPRAVVISSUTE Migrazioni dalla costa balcanica verso l'Italia ci sono state fin dai tempi dell'imperatore Diocleziano, ma la migrazione più famosa si ebbe intorno al 1500. Gli immigrati hanno dato vita a molti paesi in Abruzzo, Molise e Puglia.Tra gli altri ricordo: Abbataggio, Casacanditella, Cupello, Monteodorisio, Mozzagrogna, Sant'Apollinare, Santa Maria Imbaro, Schiavi d'Abruzzo, Scorciosa e Treglio (provincia di Chieti, Abruzzo); Acquaviva Collecroce, Mafalda, Montemitro, Palata, San Biase, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni e Tavenna (provincia di Campobasso, Molise); Castelnuovo della Daunia, Castelluccio Valmaggiore e San Vito dei Normanni (Puglia). Molti studiosi ritengono la migrazione degli slavi nel 1500 causata dall'invasione dei Turchi nella penisola balcanica. Tale invasione determinò uno spostamento di popolazioni dal retroterra verso la costa dalmata, peraltro protetta dalla presenza della repubblica di Venezia e della repubblica di Ragusa (Dubrovnik). Il territorio divenne così sovraffollato da costringere Venezia e i feudatari del Regno di Napoli a trovare soluzioni alternative, infatti il terremoto del 1456 aveva praticamente spopolato le terre del Regno di Napoli, per cui si pensò di ripopolarle con le popolazioni balcaniche. In questo modo la repubblica di Venezia si garantiva popolazioni amiche lungo la costa adriatica per i loro commerci, il regno di Napoli assegnava le proprie terre in cambio di corvée e quelle popolazioni potevano tentare migliori fortune in regioni ritenute ricche e progredite per via delle esportazioni di grano, olio e tessuti di lana, provenienti appunto dal Molise e dall'Abruzzo. L'ultima migrazione, gestita in via privata, iniziò alla fine del XV secolo e si protrasse fin verso la metà del secolo successivo. In Abruzzo se ne registrò la presenza già nel 1488 quando da Lanciano gli schiavoni furono costretti a trasferirsi a Mozzagrogna. A S. Biase (CB) nel 1509, chiamati dalla casa Carafa come coloni, ottennero da Girolamo Carafa i primi capitolari. Monsignor Giannelli, vescovo di Termoli, nel manoscritto del 1753-1769, scrisse che i dalmati nel 1518 formarono una piccola colonia in S. Felice, nella sua diocesi. A Palata, sull'architrave del portale della chiesa di S. Maria la Nova, era scritto: HOC PRIMUM DALMATAE GENTES INCOLUERE CASTRUM AC A FONDAMENTIS EREXERE TEMPLUM ANNO 1531 (genti della Dalmazia dimorarono dapprima in questo paese e vi costruirono la chiesa dalle fondamenta nell'anno 1531). Da questo si deduce che le famiglie provenienti dalla Dalmazia si fermarono prima a Palata e poi raggiunsero altre località. Inoltre troviamo nel 1562 i Capitolari concessi agli slavi di Acquaviva Collecroce da Fra Antonio Peletta, commendatario dell'ordine di Malta. Non è semplice stabilire con precisione i luoghi dai quali mosse l'emigrazione del 1500 Il dott. Smodlaka indica la zona dei monti Velebiti fino al fiume Narenta, praticamente l'intera fascia costiera della ex Jugoslavia. Il prof. M. Resetar ritiene la provenienza dalla Valle del fiume Narenta che comprende la zone tra l'estremità meridionale della Dalmazia e la valle del fiume Narenta nell'Erzegovina fino a Mostar. Il padre T. Badurina è convinto invece che la provenienza coincide con l'Istria meridionale. Tutti e tre hanno esaminato il problema soprattutto sotto l'aspetto linguistico con l'aggiunta di alcune notizie non determinanti, sui cognomi, sulle usanze religiose. Nessuno di essi, però, ha pensato di indagare sui fatti storicamente attendibili con qualche avvenimento storico registrato in detti luoghi verso la fine del XV secolo e sui toponimi esistenti o esistiti nelle possibili zone di origine. Questa carenza è stata in questi ultimi anni in parte colmata attraverso la individuazione dei luoghi ove in detto periodo di tempo si registrò un rilevante spostamento di popolazione ed attraverso il confronto dei toponimi. Tale ricerca ha dimostrato che spostamento di popolazioni vi fu, verso la fine del 1400, nella zona che da Vir-Imotski-Vrgorac-Ljubuscki scende nella valle del fiume Narenta. Questa zona già lungamente esposta dal 1468 al 1493 agli assalti ed ai saccheggi dei Turchi, si spopolò e le popolazioni si riversarono lungo il litorale del Biokovo da dove, a causa del sovraffollamento, salparono certamente per altri lidi. Da altre indagini risulta che esistevano toponimi che si confrontano con quelli tuttora esistenti nella zona dei nostri tre comuni (Acquaviva, Montemitro e S. Felice): ravniz, glaviza, gradina, dolazzo, miscinavizza ecc.. In conclusione, se all'indagine linguistica fatta con gran competenza dal prof. Resetar e dal padre Badurina, si aggiungono le notizie storiche e quelle sui toponimi, si può ritenere che la zona di provenienza della migrazione del 1500 è quella indicata che coincide con quella indicata dal prof. Resetar e giammai con quella dell'Istria che anche aveva subito una immigrazione dalla stessa zona. Il risultato di questa ultime ricerche ha convinto anche le autorità della città di Makarska, le quali, a ricordo della lontana migrazione della loro gente e per solidarietà verso le tre isole croate sopravvissute, hanno dedicato ai Croati Molisani una strada nella nuova zona di espansione della loro città. |
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